Per strumentazioni medicali visita il sito aird.it
Comunicazione Privacy importante per i nostri clienti
Doctor's Search
Ipoacusia infantile: screening audiologico neonatale
23 febbraio 2022

L’ipoacusia è un deficit uditivo che colpisce oltre 7 milioni di italiani, ma quando quest’ultima riguarda i bambini (specialmente se neonati), il discorso si fa più delicato. Una carenza uditiva o, peggio, la sordità totale, nel caso dei più piccoli comporta conseguenze molto rilevanti per il loro sviluppo cognitivo e linguistico. Ecco perché è importante effettuare uno screening audiologico neonatale per individuare precocemente l’ipoacusia infantile.

Statisticamente, un bambino italiano su 300-350 nasce con problemi uditivi, e 1 su 1000 nuovi nati è affetto da sordità profonda (congenita), un’assenza assoluta di suoni che non permette loro lo sviluppo della capacità di comunicare verbalmente.

L’ipoacusia infantile può derivare da una malattia genetica, oppure in altri casi può essere causata da infezioni contratte nei primi mesi di vita.

Per tutti questi motivi, gli esperti si battono da anni per porre l’accento sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce, in quanto un intervento preventivo (che può consistere nell’utilizzo di un apparecchio acustico o nell’implementazione di un impianto cocleare) può aiutare i bambini ad evitare eventuali altre complicazioni nel loro sviluppo, consentire loro di comunicare efficacemente con gli altri e di apprendere il linguaggio così come qualunque coetaneo.

Lo screening audiologico neonatale, recentemente inserito dal governo italiano nei LEA (livelli essenziali di assistenza) è lo strumento più importante affinché tale precoce risoluzione possa avvenire ed essere efficace. Appena nato, infatti, il bambino viene sottoposto immediatamente a un test dell’udito che consente all’equipe medica di rilevare eventuali deficit o carenze, delle quali, dunque, i genitori sono informati subito, in modo da poter agire allo scopo di individuare i provvedimenti da adottare.

Come funziona lo screening audiologico neonatale?

Ma come si effettua lo screening audiologico neonatale, dato che i bambini così piccoli non possono certo collaborare al test? Si utilizzano metodi oggettivi e tecnologie diverse da quelle che di solito si usano per i classici controlli uditivi sugli adulti.

Il primo esame è quello delle otoemissioni acustiche, estremamente veloce e indolore, che viene effettuato durante il sonno spontaneo del neonato. Una piccola sonda, inserita nell’orecchio, emette dei suoni, che vengono registrati dalla coclea e tradotti in impulsi elettrici. La stessa sonda rileva tali impulsi ed è quindi in grado di verificare il corretto funzionamento della coclea.

In caso positivo, il macchinario emetterà l’esito PASS (superato), quindi si possono escludere problemi uditivi congeniti. Nel caso in cui emetterà l’esito REFER sarà necessario svolgere esami più approfonditi.

Continuare a monitorare l’udito del bambino

Tuttavia, anche in caso non ci sia sordità congenita, l’ipoacusia infantile non può dirsi del tutto scongiurata. Esistono numerosi casi, infatti, in cui la perdita uditiva si manifesta successivamente allo screening audiologico neonatale, nei primi mesi o anni di vita, a seguito di eventi traumatici, malattie o infezioni contratte in un secondo momento.

Per questo motivo, si raccomanda sempre ai genitori di continuare a monitorare la capacità uditiva dei propri figli. Esistono, infatti, diversi segnali che possono far presagire un’ipoacusia infantile, rilevabili dai genitori nel caso in cui lo sviluppo del linguaggio del bambino non seguisse le fasi naturali della crescita.

Nella normalità, il bambino:

  • Risponde a un suono forte “balzando” e girando istintivamente la testa verso la fonte
  • Tra i 3 e i 4 mesi, riconosce la voce dei propri genitori e inizia a pronunciare con chiarezza alcune lettere
  • Tra i 5 e i 6 mesi, emette suoni assimilabili a paroline
  • Tra gli 8 e i 9 mesi, associa gesti e oggetti alle parole che li rappresentano
  • Tra gli 11 e i 12 mesi, pronuncia le prime parole.

Se tutto ciò non dovesse accadere, è consigliabile richiedere il parere di uno specialista. Sarà lui a effettuare tutti i test del caso (semplicissimi e non invasivi) per accertarsi dell’eventuale grado di ipoacusia infantile e suggerire la strategia d’intervento più efficace (impianto cocleare o apparecchi acustici).

Posted in Blog by admin